Sfruttamento Lavorativo

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ha elaborato una serie di indicatori per poter individuare i casi di grave sfruttamento lavorativo. Tali indicatori comprendono l’uso di violenza e minacce, la limitazione della libertà di movimento, la presenza di debiti a carico del lavoratore, il trattenimento del salario, il sequestro dei documenti di identità. I settori in cui si riscontrano maggiormente fenomeni di sfruttamento lavorativo o di riduzione in schiavitù sono i settori agricolo, edile, manifatturiero e domestico-di cura. Non sempre i lavoratori sfruttati sono consapevoli della condizione in cui si trovano, in quanto riescono comunque a migliorare le loro condizioni di vita rispetto a quelle del Paese d’origine o a causa dell’appartenenza a gruppi sociali che storicamente hanno sempre subito gravi forme di discriminazione.

Le organizzazioni che operano lo sfruttamento lavorativo traggono vantaggio dalla vulnerabilità dei migranti e dal loro bisogno di sostentamento. La mancanza di documenti o di alternative porta queste persone ad accettare condizioni di vita terribili, con orari di lavoro molto lunghi e senza pause, svolgendo mansioni pesanti, nocive o pericolose, alloggiando in condizioni igienico sanitarie disumane, molte volte peggiori rispetto al paese di origine.

Contrastare lo sfruttamento lavorativo dei migranti richiede una forte presa di posizione da parte dei diversi attori del mondo del lavoro (sindacati, produttori, grande distribuzione), della politica e la partecipazione attiva della popolazione che deve essere cosciente dei processi produttivi dei prodotti che acquista.

Sfruttamento Lavorativo Minorile

Lo sfruttamento dei bambini è un fenomeno che coinvolge bambini di età compresa fra i 5 e i 16 anni in tutto il mondo.
Le aree principalmente interessate dal lavoro minorile sono i Paesi in via di sviluppo. Non sono però esclusi dal fenomeno Stati Uniti ed Europa. Sono più di 150 milioni i bambini intrappolati in impieghi che mettono a rischio la loro salute mentale e fisica e li condannano ad una vita senza svago né istruzione.
Il lavoro minorile è conseguenza della povertà, dell'emarginazione sociale e dell'avidità di una parte non trascurabile del mondo economico.
Cuciono palloni, confezionano tappeti, raccolgono cacao, fabbricano mattoni, raccolgono pietre preziose. Ma diventano anche oggetti scambiati tra adulti nel mercato della pedofilia, ingaggiati dal mondo della droga, avviati alla prostituzione ed i loro organi sono oggetto di turpi mercati. Un'altra forma di sfruttamento consiste nel loro reclutamento come soldati:
250 mila sono coinvolti nelle guerre in corso nel pianeta.
La vulnerabilità dei bambini li pone a rischio di incidenti e di malattie ovviamente più di un adulto che faccia lo stesso lavoro in quanto più sensibili agli effetti di esalazioni, pesticidi e diserbanti e meno attenti nel maneggiare attrezzature pericolose.

La Convenzione dei diritti del fanciullo dichiara che: " …gli Stati adottino tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione o di sanzione motivate dalla condizione sociale, dalle attività, opinioni professate o convinzioni dei suoi genitori, dei suoi rappresentanti legali o dei suoi familiari"
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